venerdì 11 novembre 2011

Approfondimento: il mokuso e il bushido

La posizione in seiza da assumere per il Mokuso è chiamata anche, nella cultura yogica,  Vajrasana, ovvero "posizione del diamante" o "posizione del tuono" (vajra significa in sanscrito "diamante" o anche "tuono", "fulmine" o "lampo") e ben si comprende come tutto ciò si associ alla purezza, allo splendore, alla durezza e al balenare della lama e quindi al Bushido. Tale posizione è detta anche Virasana, ossia "posizione dell’eroe" (vira in sanscrito = eroe).



Nel Mokuso, come nell’Arte della Spada, significato profondo hanno le mani. Secondo il Taoismo la mano destra corrisponde all’azione e quella sinistra alla non-azione e alla saggezza, quindi alla contemplazione. Il gesto (mudra) ovale delle due mani rappresenta pertanto lo stato contemplativo "saturo" di (eventuale) azione.



Nell’Arte della Spada l’attivazione del fodero, che è affidato alla mano sinistra, rappresenta quindi la contemplazione da cui, essendovi "nascosta", scaturisce  l’estrazione-azione della spada affidata alla mano destra: Contemplazione-Azione.



Insomma la pratica del Mokuso è intimamente connessa all’Arte della Spada e quindi alla virtù primaria del Bushido: la nettezza e veracità del cuore.

Il Mokuso costituisce una solidissima base per l’accumulazione del Ki nelle Arti Marziali, ma, per trarne i migliori benefici, sono necessarie sia una corretta posizione del corpo sia un determinato atteggiamento interiore. Grazie al Ki le sei funzioni – vista, udito, tatto, olfatto, gusto e mente – operano armonicamente in relazione al mondo esterno. Nell’Arte della Spada il Ki permette il pieno e armonioso funzionamento e adattamento del corpo e della mente alla circostanza in cui ci si viene a trovare.

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